Cervara di Roma, pittoresca località a circa 70 chilometri da Roma, sin dai primi del 1800 ha ispirato le opere di artisti italiani e stranieri provenienti da ogni parte del mondo
Cervara di Roma, definita “il paese degli artisti” è disseminata da murales, dipinti e sculture che compaiono tra le case di pietra, le scalinate, le piazzette, legando indissolubilmente l’arte alla pietra sulla quale Cervara è costruita.
Cervara di Roma, è un borgo medievale a circa 70 chilometri da Roma, arroccato a 1053 m. slm sul Monte Pilone, e ancora parzialmente protetto dai ruderi della Rocca Benedettina.
Il nucleo storico conserva pressoché intatti l’impianto urbanistico ed architettonico originari. L’originalità urbanistica e le straordinarie caratteristiche del borgo antico di Cervara fanno da cornice ad una vista mozzafiato della valle dell’Aniene che si gode dalla piazzetta principale.
All’interno del borgo si snoda un ricco e articolato sistema di stradine, piazzette, slarghi, collegati da percorsi dotati di rampe gradinate, per il superamento del forte dislivello, che attraversano in molteplici direzioni l’abitato.
Cervara di Roma, è una cittadina ricca di fascino e di piccoli e grandi “tesori d’arte”, di tradizioni e di storia che ha ispirato dai primi dell’Ottocento artisti italiani e stranieri che si recavano a Cervara per alimentare il proprio genio creativo pittorico e non solo.
Cervara è disseminata da testimonianze del passaggio e della permanenza di questi artisti il primo dei quali a lasciare traccia fu il tirolese Giuseppe Antonio Kock, a cui seguì Bartolomeo Pinelli, prolifico illustratore di Roma e provincia, da menzionare nella produzione ottocentesca il dipinto “Les Cervaroles” di Ernest Hébert (1817-1908).
Nel Novecento la tradizione continua con Kokoshka, Sante Monachesi, Domenico Purificato, Aldo Riso e molti altri ancora. Ultimo in ordine di data il bassorilievo in ceramica realizzato da Fabio Piscopo nel 1995 e collocato in cima alla “scalinata degli artisti” anch’essa opera di artisti provenienti da ogni parte del mondo.
<<Di Cervara ha scritto il poeta Raphael Alberti (mentre l’osservava da Anticoli, trascorrendo gli anni di esilio dalla Spagna di Franco): “Cervara vive sola, scolpita in una montagna di pietra. E’ una scultura nel cielo che al cielo volerebbe se l’aria la sostenesse”.
Dal 1980 il maestro Vincenzo Bianchì, titolare della cattedra di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, ha iniziato un sodalizio con Cervara, traducendo in pratica la poesia sopra citata. Cosi la roccia calcarea a strapiombo sulla piazzetta (definita nel 1991 “La Montagna d’Europa” e dedicata alla pace nel mondo) è stata interamente modellata con un ciclo scultoreo di grande fascino: colombe, serpenti, gufi, quattro “prigioni”, il Nuovo Icaro, simboli di fratellanza, pace e solidarietà>>.
Tratto da “Cervara di Roma” Cultura tradizione natura sapori”, Comune di Cervara di Roma, 2007.
La Storia
Il primo documento medioevale in cui è menzionata Cervara è la grande donazione alla data 21 agosto 883, con la quale Cesario “dux e consul”, dona all’Abbazia Sublacense molte terre, tra cui il “mons qui vocatur Cervaria”.
Alcuni studiosi sostengono che già nell’867 la zona fosse proprietà dell’abbazia di Subiaco, la quale vi avrebbe costruito un borgo fortificato; altri attribuiscono la sua fondazione ad un gruppo di Saraceni sfuggiti alla sconfitta del 916 a Vicovaro.
Cervara nell’XI secolo era una fortezza nelle mani dei Benedettini e ad essi rimase, tra le alterne vicende, fino alla seconda metà del XVIII secolo. Con il passaggio della località al dominio dell’Abbazia di Subiaco, possesso confermato nel 996 da una bolla di Papa Gregorio V, gli Abati stabilirono di costruire una rocca nel punto più impervio del monte, quale luogo di difesa contro i Saraceni.
Dal 1273 la Rocca, divenuta inespugnabile fortezza militare, fu assediata da Pelagio, un monaco scismatico, che si proclamò Abate e si impadronì di Cervara, del Castello e della Rocca, per tre anni.
Nel 1276 il feudo fu sopraffatto dall’esercito pontificio che, sotto la guida di Guglielmo di Borgogna, inviato da Innocenzo V con un’armata contro il ribelle, riuscì a recuperarla dopo due lunghi mesi di assedio.
La fortezza raggiunse il suo massimo splendore all’epoca di Pompeo Colonna (1508), quando, divenuto un importante centro di transumanza, l’abitato del castello assunse l’aspetto che ancora conserva e la comunità si dette un primo statuto (1536).
Posto al confine tra Stato Pontificio e Regno di Napoli, dal XVI secolo ad oggi, il paese fu nuovamente teatro di violenze e gravemente minacciato quando i briganti di Marco Sciarra distrussero il vicino paese di Prugna. Nei secoli successivi, durante i quali la fortezza antica, perdendo il ruolo difensivo, andava decadendo non si registrano avvenimenti particolari.
Da vedere
Il Centro storico ha il suo fulcro nella rocca, chiamata “Corte” o “Castello” o “Borgo”, costruita nella prima metà dell’XI secolo; la fortezza era circondata da mura, il cui andamento è ancora riconoscibile nel profilo esterno delle case più alte del paese. Tra le abitazioni arroccate sul colle, sotto il Castello, resta una torre di vedetta.
Ciò che oggi rimane di essa sono solo dei monconi. In cima, nel 1954, è stata collocata la statua dell’Immacolata a dominare il paese.
Subito al di sotto della Rocca Medievale è situata la chiesa Collegiata dedicata alla Maria SS. Della Visitazione; la fabbrica primitiva risale di certo al XV secolo se non prima, mentre tra la metà del ‘600 e la metà ‘700 e poi ancora sul finire del 1800 la chiesa fu notevolmente trasformata.
Altre emergenze sono rappresentate da alcuni palazzi storici che mantengono ancora intatti i caratteri originari e spesso anche gli arredi. Molto interessante è lo stesso palazzo del Municipio, con l’articolata facciata che caratterizza piazza Umberto I e l’accogliente sala consiliare.
Da visitare sono anche le chiesette rurali di S. Rocco, decorata con pitture ma degradata a causa dell’umidità, e di S. Maria della Portella, la cui costruzione potrebbe datarsi tra il 1514 e la fine degli anni ’60; qui sì venera un’antica statua in terracotta della Madonna col Bambino. L’impianto è ad aula e “troppo piccola per il culto”, molto semplice ed essenziale sia nelle forme che nell’ornato.
Merita una visita “Il Museo della montagna: transumanti e pitturi”, che narra del rapporto stretto che legava chi partiva (i pastori transumanti in campagna romana lontani dal paese per nove mesi l’anno), chi arrivava come gli artisti e, ovviamente chi restava (contadini ed allevatori locali e le donne, importantissime nell’economia locale).
Il nome del museo acquista un’ulteriore importanza per la “Montagna scolpita” a partire dagli inizi degli anni ottanta dallo scultore Bianchi e dai suoi allievi che rinverdiscono la tradizione dei “pitturi”, artisti che frequentano il centro nel corso del XIX e XX secolo ritraendo il paese e le sue donne abbigliate nei ricchissimi costumi, illustrati attraverso riproduzioni tratte da una importante collezione privata.
A 1120 in località Prataglia l’Osservatorio astronomico “Claudio del Sole”, struttura aperta su prenotazione e l’area faunistica del Cervo, anche questa visitabile su prenotazione.
In località Campaegli piste per lo sci di fondo e sentieri naturalistici segnalati invitano i visitatori a fruire del Parco a piedi, ciaspole, a cavallo e in mountain bike, immergendosi nel suo splendido paesaggio.
Da gustare
Le specialità culinarie di Cervara si tramandano da moltissimo tempo. La tradizione vuole che i piatti forti siano rappresentati dalle fettuccine al tartufo, dai prelibati funghi porcini e dal castrato.
Tra i primi anche i gustosi gnocchi fatti in casa, la polenta, pasto caldo nelle fredde giornate invernali e i famosi strozzapreti. Tra i secondi, regna sovrana la carne alla brace e poi il pecorino, che viene cotto anche al forno, e le ricotte di produzione locale.
Cosa fare
Cervara … il paese degli artisti, Borgo Autentico d’Italia al quale è stato conferito dalla rivista Airone nel 1991 il diploma di “Villaggio ideale d’Europa”, a partire dal 2008, l’ultimo sabato di settembre ha ripreso il suo dialogo artistico organizzando in contemporanea alla sagra del tartufo “La festa degli artisti” una giornata ricca di eventi culturali, alla quale vengono invitati decine di pittori, poeti, scultori e musicisti.
17 gennaio: Sant’Antonio Abate, con processioni, fuochi pirotecnici e cene in piazza per tutti i partecipanti
Marzo/Aprile: Settimana Santa, processione del venerdì col Cristo morto
1, 2, 3 Luglio: Festa dei “Santi Elisabetta e Felice”, patroni del Paese. Esibizioni di bande musicali, che creano significativi ed importanti momenti di unione nella comune fede religiosa, seguiti da meravigliose ed indimenticabili giornate di festa che richiamano una massiccia partecipazione di turisti e di paesani giovani ed anziani
14 Agosto: Processione dell’inchinata, con il caratteristico incontro tra due processioni
16 Agosto: Festa di San Rocco con “Ballo della ammoccia”, “pupazza” di carta intorno alla quale avvengono i festeggiamenti: è l’avvenimento più atteso e più caratteristico.
È vestita in costume tipico cervarolo che, con l’accompagnamento della locale banda della Diana, alla mezzanotte del 16 agosto chiude, con un grande falò, i festeggiamenti del ferragosto. Sempre in questa giornata “La soffitta della nonna”, tipico mercatino di cambio e di scambio.
Settembre: il terzo fine settimana, Festa degli Artisti e “Sagra del tartufo”.
Dicembre: nell’ultima settimana, “Sagra dello Relalicu” (piatto contadino di particolare prelibatezza i cui ingredienti oltre alla farina di granoturco mista con i fagioli sono l’olio a crudo, il pepe ed il pecorino).
https://www.visitlazio.com/web/luoghi/cervara-di-roma/
Foto di Adriano Di Benedetto